Chiave inglese e cacciavite. Riattaccare i cavi della batteria alla vespetta sancisce in modo ufficiale il termine delle mie vacanze. Il motore tossisce, sbuffa dopo un mese di sosta forzata in garage. Ogni volta c’e’ un po’ di patos, chissà se vorrà saperne di ripartire o se mi toccherà spingerla dal garagista / elettrauto sotto casa che, con sguardo sornione e salopette blu d’ordinanza, sta appoggiato al muro dell’officina in attesa di donzelle da salvare e clienti da spennare.
Ma stamattina no, dopo un paio di tentativi si avvia, è andata bene.
Dopo due settimane e 2000 km di auto sono felice di tornare sulla mia vespa. E come al solito mi fa uno strano effetto potermi nuovamente muovere agile e guardare le facce sconvolte degli automobilisti, con cui condivido probabilmente il destino del primo giorno di rientro dalle vacanze. Anche la mia di faccia deve essere un po’ come la loro, ma il rientro dopo tutto non è stato così traumatico.