Una blogger, che preferisce rimanere anonima, mi ha inviato questa sua storia / fantasia.
Non so niente di te, e non voglio sapere niente, so solo che da quando ti sento al telefono mi provochi un ‘eccitazione incontenibile, che se penso al nostro incontro ti voglio nuda, e mia.
Voglio averti.
Al buio nella tua stanza alle 17.
Io e te sconosciuti.
Rimasi a fissare quella mail per qualche minuto, la rilessi e la rilessi ancora. E più la leggevo, più nella mia testa era la sua voce a pronunciare quelle parole.
Dallo stupore (un pazzo?) passai allo sdegno (come si permetteva), per passare al pensiero di un contratto sfumato e la rabbia per il tempo perso (vaffanculo stronzo!) poi esplosi in una risata (era uno scherzo?) e infine, in maniera del tutto inaspettata, mi ritrovai eccitata.
Quella morsa intensa al basso ventre, e alla bocca dello stomaco, il sesso che si contraeva, un brivido lungo la schiena e la sensazione che gli slip fossero intrisi di desiderio.
Echeggiava la sua voce nella mia testa, non più dati e termini tecnici, ma le parole di quella assurda mail.